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Foto di Marilù Venditti

 

Pittrice, scrittrice e illustratrice, Gabriella Kuruvilla è nata a Milano nel 1969, da padre indiano e madre italiana:

un incontro di mondi, e di culture, che ha da sempre influenzato la sua vita e il suo lavoro.

Laureata in architettura e giornalista professionista, ha esposto i suoi quadri in Italia e all'estero, ha illustrato le copertine dei libri delle collane Varianti e Città d'autore di Morellini Editore e ha pubblicato vari romanzi e racconti per diverse case editrici, tra cui Baldini Castoldi Dalai, Laterza, Terre di Mezzo, Morellini Editore e Smemoranda.

E’ stata tradotta in Germania e negli Stati Uniti.

 

Ogni quadro è un racconto, e viceversa

Ogni suo quadro è rappresentazione di un pensiero o di un’emozione racchiusi, a volte, in un proverbio o in un modo di dire. Il disegno e il colore sostituiscono le parole: l’arte narrativa diviene arte visiva, e descrive un concetto o un sentimento attraverso linee e tinte essenziali. In stile contemporaneo. Che richiama il mondo della street art.

E che, in alcuni casi, crea un ponte tra l’Italia e l’India: e i loro immaginari.

Hanno detto di lei: “Lo sguardo torna alle tele e comprendo, in un attimo che svanisce fulmineo, il senso della semplicità. Colori intensi che evocano memorie orientali e disegni che ricalcano il codice espressivo infantile, per raccontare storie di un quotidiano personale che incontra e si confronta con la dimensione del vivere sociale” (Francesca Della Monica) - "La sua è una pittura evidentemente pop, dai colori pieni, le linee decise e i tratti a volte ispirati ai fumetti, e, detta così, uno si aspetterebbe subito una ennesima variazione sui simboli del capitalismo angloamericano. Ebbene no: fate attenzione al nome (...)" (Sergio Mandelli) - "(…) tra pop, filosofia, humour, autobiografia, “indagini” su cittadini di un mondo sempre più multiculti, e sempre più impalato sui codici a barre, su ambiguità culturali, su corpi di donna mercificati” (Pier Andrea Canei) - "Il tema del doppio – o la dualità – che caratterizza le sue origini non è infatti per lei solo un modus vivendi, ma anche un modus operandi, che si rivela nella scelta di esprimersi attraverso due diverse forme creative: la pittura e la scrittura, che messe in relazione, diventano una lo specchio dell’altra (...)" (Paola Martino)

I suoi romanzi e i suoi racconti dipingono quadri della società contemporanea, indagando le dinamiche delle relazioni e approfondendo le tematiche multiculturali, attraverso uno stile minimalista, dal ritmo sincopato: pennellate semplici e decise, per affrontare argomenti complessi e mutevoli.

Hanno detto di lei: “Gabriella Kuruvilla ascolta le persone e il mondo: e quindi sa raccontarli” (Chiara Gamberale) - “Non ho mai letto niente di Gabriella Kuruvilla che non mi abbia attratto per qualche motivo: è come minimo interessante, sempre affascinante” (Raul Montanari) - “Una scrittura metropolitana che non ti fa quasi respirare: quando arrivi all’ultima pagina sai che ne vorresti di più, è una droga letteraria di cui nessuno dovrebbe fare a meno” (Igiaba Scego) - "Gabriella Kuruvilla sa scrivere. Mette in forma ironica la lontananza che separa gli esseri umani e racconta il loro modo di cercarsi; inciampi, incomprensioni e piccole resurrezioni" (Massimo Recalcati)

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