MANEGGIARE CON CURA
(Morellini Editore - 2020)
PAPER
Aprile 2020
26 aprile 2020
10 maggio 2020 “Quattro personaggi in cerca di cuore” Di Giulia Ziino "(...) Un cuore trattato come merce di (piccolo) scambio, eppure da maneggiare con cura se non si vuole fare a pezzi quello che resta di puro tra le ferite del passato e del presente, fra Oriente e Occidente, genitori e figli. Uomini e donne"
20 maggio 2020 “Com’era strano quell’agosto a Milano” Di Alessandro Beretta "Deserta, intensa e straniante: la città di Gabriella Kuruvilla somiglia a quella del lockdown"
12 giugno 2020 Di Valeria Parrella “Oltre le solite storie”
27 giugno 2020 Di Giulia Calligaro "(...) Nell'ultimo romanzo dell'autrice italo-indiana, con stile intimo e ironico insieme, parlano le emozioni, i lati più umani dell'esistere, l'altalena di illusioni e delusioni. Ma oltre tutti i progetti fatti di pensieri, può molto di più la vita: la sua fantasia sorprendente, sempre più grande di noi"
Summer news 2020 "Le vite di quattro personaggi, legati a un'artista indiana fuori dagli schemi, si intrecciano in un torrido agosto milanese. Tra amori, delusioni e resurrezioni"
7 agosto 2020 "Sopravvissuti" Di Igiaba Scego "Gabriella Kuruvilla mischia da sempre la sua Milano con l’India paterna, facendo uscire fuori dai mondi che abita tutte le loro contraddizioni, come nel suo ultimo romanzo “Maneggiare con cura”, edito da Morellini. Tutto con un linguaggio metropolitano. Niente da invidiare quindi a un Hanif Kureishi. (…)"
2 aprile 2020 Di Elena D'Alessandri "(...) Il risultato è un romanzo polifonico appassionante che con velata ironia tratteggia personaggi irrequieti, carichi di dolore e tristezza. Brillante, di agile lettura e al contempo profondo. Da non perdere."
4 aprile 2020 DI Valentina Furlanetto
20 aprile 2020 Di Alessandra Rauti "(...) un romanzo dalla trama originale dove il lettore affronta pagine drammatiche ma anche ironiche (...)"
9 maggio 2020 Di Sara Di Meco “Gabriella Kuruvilla, raccontando la precarietà insita di queste vite, si prende cura di una generazione. Da voce ad una problematica e lo fa all’interno di una narrazione che inevitabilmente colpisce perché ci rappresenta”
16 maggio 2020 "Gabriella Kuruvilla, cuori di cristallo da maneggiare con cura" Di Luisa Perlo "(...) Quattro vite che si sono trovate, incontrate, sovrapposte e persino incastrate, quattro storie individuali, ma anche corali, voci che si amalgamano e si affievoliscono, perché quando si ha a che fare con i cuori altrui, l’imperativo “maneggiare con cura” è assolutamente d’obbligo."
17 maggio 2020 Di Gabriella Grasso “Maneggiare con cura è un romanzo da amare, tra precarietà esistenziali e identità in costruzione”
21 luglio 2020 “Tutte le nostre fragilità” Di Fernando Coratelli "(...) La lingua di Maneggiare con cura è aderente alla sua vicenda, ansiosa e ritmata. Gabriella Kuruvilla riesce a cambiare registro a seconda dei narratori delle vicende, ma il principale merito va ai dialoghi che intreccia, alla sottile ironia, meglio, al sarcasmo che traspare nell’intera vicenda. (... ) Un’ottima prova d’autore (…)"
13 ottobre 2020 Di Clotilde Barbarulli "In questo nuovo romanzo di Gabriella Kuruvilla le storie, come già in "Milano, fin qui tutto bene", si svolgono nello spazio urbano, mutante e perturbante, in una società ibridata e sempre più povera di relazioni e di prospettive, connotata dalla precarietà lavorativa e affettiva (...). È il desiderio di legami a illuminare l’oscurità dell’esistente (...)"
15 novembre 2020 “Chiara Valerio incontra Gabriella Kuruvilla”
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MILANO, FIN QUI TUTTO BENE
(Laterza – 2012)
PAPER
“Scelti per voi” “Siamo fra le strade di Milano, città piena di migranti e di storie tutte da raccontare. Molto velocemente”
3 giugno 2012 “Milano? A passo lento” Di Severino Colombo “(…) un romanzo “neoneorealista”, con protagonisti presi dalla strada, e insieme uno “stradario emotivo” per orientarsi tra umori e malumori della metropoli (…)”
10 giugno 2012 “Da Sarpi al Corvetto: un romanzo-guida ai quartieri-mondo” Di Annarita Briganti “(…) Otto personaggi italiani e stranieri, ispirati a storie vere, ci portano in giro per le strade e i locali della periferia (…)”
17 giugno 2012 “Milano multietnica” Di Alessandra Coppola “(…) Un’italoindiana, un egiziano, una milanese doc, un rasta napoletano e lo stesso groviglio di città. Da via Padova al Corvetto passando per San Babila, c’è un pianeta, e a suo modo gira (…)”
26 giugno 2012 “Non c’è solo down town” “L’altra faccia, quella che non è da bere. La trovate in “Milano, fin qui tutto bene” di Gabriella Kuruvilla (Laterza). Quattro racconti danno voce a quattro zone “di confine”, le più multietniche (…)”
Luglio 2012 Di Clotilde Barbarulli “(…) lo spazio urbano meticciato offre incontri fra solitudine, ironia e spaesamento. La città diventa così spazio del testo stesso che riesce a catturare il respiro (…). I quartieri esprimono così un disordine talvolta liberatorio, talvolta sconcertante, attraverso le voci narranti che si alternano in un miscuglio di gergo, dialetti, lingue (…)”
13 luglio 2012 “Quattro storie multietniche dell’altra Milano” Di Valentina Della Seta “(…) Quattro punti di vista che si incrociano su una realtà rumorosa, complicata e in continuo cambiamento”
17 luglio 2012 “Milano, trame di vita fuori posto” Di Daniela Brogi “(…) Kuruvilla racconta ciò che oggi è Milano da scrittrice, sperimentando forme di espressione capaci di farci entrare dentro le forme di vita narrate. E lo fa soprattutto in tre modi. I primi due: l’ironia (una delle risorse più vivaci di Kuruvilla, oltre che un ottimo anticorpo alla retorica del migrante); e, come si accennava, il lavoro sullo spazio, che a tratti ricorda i quartieri-mondo dei romanzi di Nagib Mahfuz (…)”
10 agosto 2012 Di Paolo Mattei “(…) Un movimentato resoconto di sensazioni e interpretazioni della realtà in equilibrio tra romanzo e cronaca”
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DI Silvia Camilotti “(…) Sono vite, quelle raccontate da Kuruvilla, a cavallo tra emarginazione e voglia di riscatto, storie che raccontano come Milano sia cambiata con l'immigrazione, sia straniera che dal sud Italia, rendendola una città più meticcia di quanto si pensi (…)”
25 settembre 2012 “(…) “Milano, fin qui tutto bene” è un libro davvero appassionante che lascia il segno, confermando la grande capacità di Gabriella Kuruvilla di dipingere incisive istantanee del presente e rendendola una delle scrittrici più rappresentative in questa Italia che cambia.”
27 ottobre 2012 Di Petardo “(…) Le vite di questi personaggi principali e di quelli che ruotano attorno si sfiorano, si toccano, si amano e litigano tra bazar cinesi, sushi bar, kebab, internet point e negozi di alimenti etnici. La scrittura della Kuruvilla è brillante e spigliata (…)”
5 novembre 2012 Di Marisa Scotti “(…) Gabriella Kuruvilla entra sotto la pelle di quattro milanesi tipici (e quindi atipici all’infuori di questa confusa e complicata città), nasconde la propria voce nella loro e affronta un tour tra gli stereotipi e i vezzi milanesi, con leggerezza, ma non senza una sostanziale nostalgia (…)”
29 dicembre 2012 di Lorenza Delucchi “Gabriella Kuruvilla è un’abile narratrice. Laureata in architettura, pittrice e giornalista, è capace di articolare con fluidità stili e culture, lingue e dialetti: situazioni (…)”
29 gennaio 2013 “(…) Gabriella Kuruvilla mescola parole e immagini (le fotografie all’interno del testo sono di Silvia Azzari), slang e dialetti, per restituire al lettore un quadro sensoriale, una mappa originale e, forse, poco conosciuta a fondo, di una città, Milano, in continua trasformazione (…)”
21 febbraio 2013 Di Alice Pollastro “(…) “Milano, fin qui tutto bene” è un libro davvero appassionante che, in poche pagine ci mostra istantanee di una Città come una enorme mescolata metropoli, dove è difficile parlare di integrazione (…)”
22 novembre 2013 “Gabriella Kuruvilla in “Milano, fin qui tutto bene” mostra il disagio di chi cerca o non riesce a definire la propria identità. Sono quattro le voci che si raccontano. Quattro i modi di camminare, ognuno in una diversa zona di Milano. Quattro le traiettorie umane che procedono solitarie e si incontrano soltanto di sfuggita attraverso la congiunzione creata da alcuni oggetti che passano da una casa all’altra (…)
2014 Di Mariangela Traficante “(…) È nata a Milano e Milano racconta, ma quella contemporanea fatta di negozi etnici e vecchi fruttivendoli, angoli che resistono al tempo e gente che corre contro il tempo, piccoli gioielli nascosti e grandi brutture troppo evidenti, e vite spesso sull’orlo della solitudine (…)
È LA VITA, DOLCEZZA
(Baldini Castoldi Dalai, 2008 - Morellini Editore, 2014)
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8 giugno 2008 “Assaggi di romanzo globale” Di Marina Gersony “(…) Gabriella Kuruvilla racconta disincantata le storie di bianchi, neri e meticci tra ricordi, malinconie, sogni, rabbi e desideri. Per ridere, piangere e prendere atto della realtà (…)”
12 giugno 2008 “(…) La qualità migliore di questa raccolta di racconti è senz’altro la scrittura: asciutta e sintetica, la più efficace per dei testi così brevi e per la drammaticità delle situazioni create (…)”
22 luglio 2008 Di Clotilde Barbarulli “(…) Kuruvilla, attenta a cogliere sogni, paure, follie, ci restituisce poeticamente e politicamente immagini di vita liquida (Bauman) dell’oggi, nella precarietà ed incertezza (…)”
24 luglio 2008 Di Antonella Ottolina “(…) Il chiaroscuro dei colori in 12 racconti veloci, graffianti, veri”
Agosto 2008 “(…) quattordici affreschi di vite sospese alla ricerca di un’identità personale e culturale (…)”
5 settembre 2008 “Dolcezza e dolore, i colori della vita” Di Francesca Marani “(…) Ci sono anime e volti stranieri, o stranieri a metà, ci sono ricordi, rabbie e sogni (…). C’è la dolcezza che si fonde con il dolore. C’è la vita (…)”
11 ottobre 2008 Di Piersandro Pallavicini “(…) Gabriella Kuruvilla (…) associata spesso al giro autoreferenziale della “letteratura migrante italiana” fa qui invece un esperimento nuovo, fuori dal coro, tracciando un metropolitano e nevrotico ritratto del “figlio di coppia mista” (…)”
19 ottobre 2008 Di Daniele Barbieri “(…) Colpi di scena o no, nessun racconto delude. (…) Non fa sconti Gabriella Kuruvilla. (…) Dolorosamente veri questi racconti”
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21 maggio 2008 DI Silvana Mazzocchi “(…) Gabriella Kuruvilla, scrittrice e pittrice, ha già in passato dimostrato il suo duplice talento. Ora, con E' la vita, dolcezza, dà prova di una capacità narrativa che non indugia sull'artificio e che va dritta al cuore.”
18 aprile 2009 Di Libreria Atlantide “(…) Ricordi, malinconie, sogni, rabbie, desideri. Di uomini e donne, neri e meticci. Sembrano incontri fatti per strada quelli dipinti dall’autrice, vite comuni in cui stupisce la capacità di scoperchiare l’ovvio, colpendo laddove uno meno se l’aspetta (…)”
27 aprile 2011 Di Silvia De Santis “(…) Il linguaggio duro, a volte osceno della narrazione corrisponde alla sofferenza dei personaggi e arriva a esprimere tutta la frustrazione della propria identità grigia e per questo incompresa, incapace di trovare una collocazione in una società fatta, invece, di tinte nette (…)”
15 novembre 2013 “È la vita, dolcezza condensa il sarcasmo e l’irriverenza di Gabriella Kuruvilla in quattordici racconti, ognuno dedicato a un’esperienza esistenziale di marginalità (…)”
23 marzo 2014 DI Raffaele Taddeo “(…) Ma la caratteristica forse più significativa è data dal linguaggio crudo e diretto, che descrive situazioni altrettanto crude. E’ un linguaggio fatto essenzialmente per paratassi, che però non nasconde nulla (…)”
7 febbraio 2015 Di Cora Craus “(…) Ci ha conquistato la sua verve, l’amara ironia che non arriva mai al sarcasmo, ci ha conquistato l’urlo silenzioso e potente che si dispiega nelle sue pagine racchiudendo rabbia, disperazione, disincanto, disillusione. Sentimenti che nella penna di Gabriella non prendono mai la strada dell’odio (…)”
3 maggio 2018 Di Milena Maenhaut “(…) Il concetto di amarezza e di ironia introdotto dal titolo ritorna nei racconti della raccolta di Kuruvilla, che mette abilmente in evidenza fenomeni migratori che sono senza dubbio complessi e contradditori. Kuruvilla sottolinea e nega nello stesso tempo gli stereotipi legati alla migrazione (…)”
MEDIA CHIARA E NOCCIOLINE
(DeriveApprodi – 2001)
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23 giugno 2001 Di Giulia Borghese "(...) Un libro necessario, in cui tanti genitori non potranno non riconoscersi"
7 luglio 2001 “E’ nata la prima scrittrice italo-indiana” Di Piero Selva “Siamo di fronte ad uno strano, smagliante romanzo di formazione, postmoderno e figlio della “globalizzatione culturale” (…)”
24 luglio 2001 “Arrabbiarsi fa bene o no?” Di Stefania Rossotti “(…) La sua è una scrittura densa e veloce, insieme: incalzante. Ironica, sarcastica, irriverente e molto triste. Una scrittura piena di dolore. E di rabbia (…)”
17 agosto 2001 “Tre novità da leggere in un’ora” Di Anna Maria D’Urso "Una scrittura graffiante, rapida, ironica. Usata come un coltello, per tagliare i nodi di quel grumo di dolore chiamato bulimia"
Agosto 2001 Di Iaia Caputo “(…) Un delizioso, commovente e coraggioso romanzo generazionale, scritto dalla “figlia” di una femminista tosta e di un avvocato indiano con smanie di integrazione (…)”
Luglio-Settembre 2001 Di Sergio Rotino "(...) Non ci sono metafore in queste pagine, ogni cosa viene indicata con il proprio nome. Al massimo c’è un fondo di pudicizia, che evita di rendere retoriche situazioni e motivazioni. Una pudicizia virata quasi sempre dall’autrice verso una progressione ironica (…)"
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25 settembre 2008 "(...) Fresco, intenso, tragicomico romanzo d'esordio di una giovane autrice di padre indiano e madre italiana (…)"